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lunedì 31 gennaio 2011

Maratona all'acqua pazza.


Il titolo di questo post racchiude un po' il senso della mia Neapolis Marathon svoltasi  in un clima che con la città di Partenope ha poco da condividere. 
Se non fosse stato per il mare ed il Vesuvio, mezzo coperto però da nuvoloni neri come la pece, potevo pensare tranquillamente di stare a correre a Milano, Torino o Firenze, tanto il freddo e la pioggia che hanno accompagnato questa mia quinta prova sulla distanza olimpica più lunga.
Comincio subito comunicando il tempo finale: 4.02.49. Dignitoso direi, con media di 5.45 km.
Poteva, anzi doveva, andare meglio. Ma per come si sono svolti gli ultimi 8 km poteva andare anche peggio.

Cronaca
Raggiungo di buon ora la base in Piazza Plebiscito, a quell'ora semi deserta e già la pioggia è intensa: sotto il tendone montato dall'organizzazione ci riuniamo insieme agli altri atleti della squadra, molti dei quali parteciperanno alla maratona a staffetta. Il rumore della pioggia battente è forte e ci chiediamo tutti come faremo a correre in queste condizioni, poi 10 minuti prima della partenza il rumore sembra diminuire, tutti speriamo nel miracolo anche se le previsioni indicano pioggia e freddo.

Alle 8.00 in punto lo sparo con la fanfara dei Bersaglieri ad accompagnare i primi metri di gara ed io mi metto subito a ritmo anche perchè come già detto non ho il gps ad accompagnarmi (quanto l'ho rimpianto). Il primo passaggio è a Fuorigrotta nella Mostra d'Oltremare che ci accoglie tra le sue immense fontane con la musica classica sparata dagli altoparlanti: niente da dire una bella idea passare da lì in quella cornice che ha dato a tutti una bella sferzata di energia.



    
Ritorniamo a Via Caracciolo e sono già passati 11 km.



Ora bisogna fare due volte lo stesso percorso cittadino attraversando 4 volte Via Caracciolo, Piazza Municipio fino a Piazza Garibaldi.

Questo il dettaglio dei miei passaggi.

clicca per ingrandire

Come si evidenzia ho retto direi bene fino ai 32 portando una buona media, ma già al 33° sentivo qualcosa che cominciava a non andare: in sequenza prima un dolore al ginocchio destro, poi un risentimento al quadricipite che mi costringe a rallentare, poi quando credevo di aver assestato l'andatura pur rallentando...zac il solito maledetto crampo al bicipite femorale destro, vecchia lesione di quando giocavo a calcio, che già nella precedente maratona si fece vivo. Ho stretto i denti e dopo una sosta di circa due minuti per tirare il muscolo riparto. 
L'andatura non è più la stessa e sento che la postura è cambiata, ho le gambe ghiacciate e gli ultimi cinque km li faccio quasi in ipotermia mentre la pioggia  incrementa la sua intensità sempre più ed il vento gelido proveniente dal mare è notevolmente aumentato.
Vedo da lontano il cartello dei 42, leggo l'orologio che segna 4 ore, grrr...penso ma un ultimo sussurro di energia mi pervade. Ci sono penso tra me e me, è fatta. 








Chiudo come detto in 2 minuti e rotti oltre le fatidiche 4 ore, giusto in tempo per vedere la staffetta della mia squadra formata da Ivano (campione regionale) Vittorio (frecciarossa) e Raffaele alzare la coppa del terzo classificato nella maratona a staffetta.
Sotto il tendone, dopo un tè caldo ingollato, riprendo la sensibilità alle mani che via via acquistano anche il loro colorito naturale, anche se il dolore muscolare alle stesse ancora oggi è presente.

Considerazioni finali

Oggi ho ricontrollato la tabella che avevo fatto per la gara e incredibilmente fino ai 30 ero perfettamente in linea con quanto previsto ed il tempo finale doveva essere 3.50/3.52.
Peccato per l'infortunio che mi ha fatto sballare tutto, ma a volerla considerare positivamente, ho tolto comunque 22 minuti dallo scorso anno. E questo non è poco. 
Sarà per la prossima, intanto....criticate pure, va!

Ps.
Ah dimenticavo, meno male che c'è sempre Cavani a farmi tornare il buon umore!
Matadòr Matadòr Matadòr.....

lunedì 19 aprile 2010

Maratona..all'anatema

Quando si dice speriamo che vada tutto bene si intende l'augurio che tutto, ma proprio tutto, debba volgere al meglio senza intoppi o piccoli inconvenienti che possano trasformare una gara, programmata minuziosamente, in una vera e propria "debacle".



Ci si augura di stare bene in forma senza piccoli inconvenienti fisici, ci si augura che i muscoli rispondano al meglio e ci si augura che la giornata sia bella fresca i modo da rendere meno stressante i 42 km.
Ieri qualche forza malefica, o anatema o jettatura o maleficio ha trasformato la mia gara in una prova che di umano ha ben poco, non vi è altra spiegazione terrestre a ciò che mi è capitato:
già dalla sera prima, intorno alle ore 19.00  un violento mal di testa al limite della sopportazione mi scoppia prendendomi la zona cervicale e facendomi battere violentemente le vene sulla fronte. Probabilmente il violento abbassamento della pressione atmosferica (cielo cupo e pioggia in arrivo) deve avermi rovinato. Avrei dovuto prendere semplicemente un'aspirina, ma evito e durante la notte  mi riscoppia il mal di testa facendomi svegliare alle ore 4.00 tutto sudato. Alle ore 5.40 la sveglia cerco di non pensare al mal di testa e mi preparo, faccio colazione ma non come avrei dovuto in quanto il dolore alla testa si riflette anche sullo stomaco.
Il giorno prima avevo preso appuntamento con gli amici di andare con la metro in piazza del plebiscito perchè c'è il blocco delle auto sino alle ore 13.00 per cui raggiungo la fermata della metropolitana e.....udite udite non c'è neanche una macchinetta distributrice dei biglietti funzionante. Riesco con la borsa pesante al collo, mentre il mal di testa aumenta e sono già mandido di sudore, e non trovo nessun esercizio commerciale aperto per cui rientro nella metro ma l'addetto è inflessibile (per altro giustamente) senza biglietto non si entra!
Fortunatamente arriva una signora con bimbo al seguito che aveva un biglietto in più comprato, buon per lei, il giorno prima, e me lo vende. Di corsa mi dirigo verso i treni e dopo circa 40 minuti sono in piazza del plebiscito.
Mancano 15 minuti (!!) alla partenza, mi spoglio consegno la borsa, mi riscaldo al volo, faccio una foto ricordo, bevo acqua ma il mal di testa non passa. Inoltre fa molto caldo e l'umidità è elevatissima (articolo su podistidoc.it) come dichiareranno anche gli africani che arrivano primi (articolo 2 su podistidoc.it).
Faccio i primi 15 km a 5.10 come programmato, sono molto sudato e lentamente il mal di testa tende a svanire ma affiora in me una strana stanchezza. Ingurgido due pastiglie di enervit gt, bevo al rifornimento, e sembra andare meglio. Passo ai 21 km a 1.47 come programmato.
Al 25 sento che la scarpa nuova mi fa male a destra (ah come avevi ragione Janko!!) ma avevo da giocarmi questo jolly dal momento che per colpa della fascite avevo in settimana cambiato scarpa. Però mi sono portato appresso i compeed per cui mi fermo al volo, sflio scarpa e calzino, attacco il compeed e riparto: ora sembra andare meglio il piede, ma la stanchezza aumenta.
Il quinto tratto sul lungomare è praticamente da incubo: piove e c'è una specie di foschia appiccicosa, fa caldo e sono mandido di sudore, e siamo solo al 27 km. Al rifornimento successivo decido di rallentare non posso più tenere questo ritmo e passo ai 5.35/5.40 al km sperando di rifiatare, ma invano. Il maleficio si abbatte dopo 3 km perchè dopo aver imboccato in salita il tunnel laziale che sbocca a fuorigrotta ecco il primo crampo al polpaccio dx, improvviso, perfido, mi si irrigidisce il soleo interno e mi blocco. Il maleficio ha colpito ancora penso. Ma nel momento più critico c'è sempre un gancio in mezzo al cielo ed io l'ho trovato in una persona anziana che si qualifica come professore di educazione fisica in pensione che era appena uscito dalla messa con la moglie e che vedendomi in difficoltà mi stende a terra e mi distende il polpaccio. Saranno passati due o tre minuti, non so, non saprei dire so soltanto che il dolore svanisce all'improvviso. Mi consiglia di camminare per un po' e poi riprendere. Approfitto allora per prendere il secondo gel enervit anche se più avanti vedo un altro corridore in crisi e gliene mollo la metà. Facciamo 2 km insieme poi lui si ferma di nuovo e dopo che mi ha ringraziato del gel, lo lascio.
Passo al 33 km che sto correndo oramai a 6.00 al km, non mi interessa più il tempo, l'importante a questo punto è solo arrivare in piedi e prendere l'ennesima medaglia da dare ai miei figli.
Comincia a piovere copiosamente sempre di più, l'umidita è a livelli record, c'è una nebbiolina da far paura. Ma quello che vedo da lontano è il Vesuvio o il Duomo di Milano?
Nuovo crampo al 35 e poi al 36 oramai sono cotto: bevo, mi stiro appoggiato ad un'auto, riparto, ma non mi fermo. Il piede mi fa male e la vescica ora la sento, cosa altro potrebbe succedermi mi chiedo.
Quasi a darmi una risposta l'anatema mi accontenta: nuovo crampo questa volta al tricipite surale dx e poi al quadricipite dx.
Beh l'anatema è stato fatto proprio alla grande!
Gli ultimi 4 km sul lungomare li ho fatti tra passeggio veloce e corsetta passando anche a 7.20 a km ma oramai poco importa.
Vedo passare 60enni con pancetta che mi spronano a ripartire (forse è quello che mi brucia di più) ma io sono cotto lesso.
Faccio l'ultimo km con un ritorno di fiamma, o le ultime energie rimaste, a 6.10 non posso di più, ed arrivo in piazza plebiscito con le braccia alzate.
Infondo infondo anche questo è un successo: ho sconfitto l'anatema e sono arrivato, così potrò portare ai miei figli la medaglia. A loro il tempo impiegato non interessa: Marco e Matteo prima di partire mi hanno detto "Papà l'importante è arrivare".
Per quanto riguarda il meteo ieri a detta dei metereologi è stata una giornata strana su Napoli, pioggia intensa e fitta nebbia, forse anche per colpa della nuvola del vulcano islandese...

Oggi è lunedì e mi sento molto bene: le vesciche sotto i piedi le ho risolte ieri sera, il mal di testa è un ricordo lontano, i dolori alle gambe sono quasi rimossi.
Vuoi non credere all'anatema?
Mi sa che la prossima gara che farò non la pubblico su internet! 

mercoledì 3 marzo 2010

Percorso Maratona

Finalmente si conosce il percorso della Maratona di Napoli





 Si era parlato di una modifica ma resta in pratica quello dello scorso anno.

Ancora una volta, con tante strade belle di Napoli, ci faranno passare vicino l'ex italsider.......

venerdì 26 febbraio 2010

MARATONA DI NAPOLI 2008

L'edizione 2008 dell Maratona di Napoli ha segnato per me il ritorno sulle lunghe distanze dopo circa 7 anni di stop per motivi familiari che molti conoscono. La feci senza seguire un grande allenamento, ma avendo cura però di fare almeno 2 lunghissimi di 34 e 36 Km in precedenza.
                                                        
  
                                            


Parto bene e mi metto subito al ritmo che riuscirò poi a portare sino alla fine. La giornata è molto calda circa 28° ed un elevato tasso di umidità ci infasctidisce non poco. Passo i 21 km a 1h50 direi un tempo tranquillo anche in considerazione di tanti chili di troppo che avevo. Leggera crisi intorno al 33 km superata grazie alle banane offerte dall'organizzazione, e ai tanti bichieri di acqua ingollati. Sull'ultimo tratto di Via Caracciolo incontro Nicola fermo: mi avvicino e lo faccio ripartire ma poi sono costretto a mollarlo. All'arrivo gli do circa 20 secondi (un caso raro) e concludo co le gambe fresche. Il cronometro segna un 4h 24m, va be penso è andata e sono contento. Sul petorale avevo attaccato le foto dei miei bambini Matteo e Marco, che hanno corso con me e che mi hanno aiutato psicologicamente nei momenti, inevitabili, di crisi.
Ad Maiora.



MARATONA DI NAPOLI 2009

Come ogni anno la Maratona di Napoli si svolge nel mese di Aprile, ed ha inizio in Piazza del Plebiscito dove il colpo d'occhio iniziale è fantastico, e le mille e più  magliette colorate dei corridori che si riscaldano sembrano tante bandierine impazzite.





 Quest'anno a differenza del precedente corro senza pettorale in quanto, causa un brutto infortunio nei mesi precedenti, sino alle de setimane prima non sapevo se ce la facevo o meno a partecipare. Fa niente infondo la Maratona è sfida contro il tempo e poi l'importante è esserci!

L'adrenalina è alta, siamo tutti pronti e consapevoli di dover affrontare una lunga e difficile sfida personale, contro noi stessi più che contro gli avversari. Prima dello sparo iniziale ognuno di noi si carica a suo modo: c'è chi ascolta musica, chi fa stretching, chi si riscalda: io comincio il riscaldamento molto lento circa 20 minuti prima facendo anche qualche allungo molto sciolto, poi ripasso tutto il percorso nella mia mente in modo da sentirmi pronto alla sfida. Poco prima del via poi scorrono nella mente i ricordi dei tanti e duri allenamenti che mi hanno portato a questa gara. Centinaia di km per farne bene 42....e 195 metri!
Al via sono pronto, scambio gli imbocca al lupo con Nicola e gli altri dell'Atletica Marano,e.... via si parte. Cerco subito il ritmo anche se, visto che la partenza della maratona è assieme a quella della mezza maratona mi lascio tirare dal rimo più veloce dei partecipanti la mezza per cui lappo il primo km a 4.40. Troppo veloce e rallento dopo il primo km e pian piano imposto il ritmo sul 5.00/5.05 il mio ritmo maratona.
Percorriamo il lungomare di Napoli 4 volte, in una giornata di pioggia assurda e già al 15 km sono fradicio di acqua...
Saliamo il tratto di via Duomo, giriamo verso piazza Garibaldi dove svoltiamo e poi giù sul rettifilo, dove un improvviso ma auspicato stop della pioggia consente un po' a tutti di ritemprarsi. Passiamo sotto il Municipio di Napoli e poi il teatro San Carlo dove finalmente c'è un po' di gente ad incitarci (in questo i napoletani devono migliorare) forse per lo più amici o parenti ma fa sempre bene!
Passo ai 21 km con il tempo di 1h 44 m20 sec buon tempo.
Ingurgido una bustina di maltodestrine al volo, anche se l'avrei dovto fare prima, perchè comincio a sentire la fatica. A differenza dell'anno precedente infatti ho le gambe più fresche per cui il ritmo è maggiore, ma anche la fatica si sente di più. Scenbdo via S. Lucia e poi giù di nuovo su via Caracciolo, dove all'improvviso scoppia un temporale: siamo in pochi perchè la maggior parte di quelli che eravamo in partenza hanno finito la mezza, e ci guardiamo, forse ognuno di noi pensa ma chi ce o fa fare...
Arriviamo ne pressi di Mergellina e intravedo Nicola che aveva un buon passo in avvio ma lo vedo u po' più lento; io sto bene anche se l'acqua piovana oramai ha raggiunto le parti basse...
Imbocco il tunnel della Vittoria che ci porterà a fuorigrotta e mi fermo per urinare: sarà un fatto psicologico ma non mi andava di farlo all'aperto e sotto la pioggia. Dopo pochi secondi riprendo a correre nel tunnel, lungo circa 2 km, dove non vedo quasi niente e per evitare buche corro tra la linea ferrata del tram. Ogni tanto sento qualche sbuffo di altri corridori ma nulla più. La fatica sale (l'essermi dovuto fermare non ha giovato) mentre sale anche l'inclinazione della strada. Usciamo su fuorigrotta che non piove, meno male. Giriamo più volte intorno alla cumana, arriviamo poi nei pressi dello stadio e ritorniamo di nuovo su piazza italia quando, all'improvviso, per scansare una pozza d'acqua allungo la gamba e...crampo al bicipite femorale. Si forma una palla dietro la gamba e mi fermo: non riesco a stenderla e mi fa un male cane finalmente si avvicina un signore (che Dio lo abbia in gloria) il quale mi stende a terra e mi fa stendere la gamba. Ahhhhh il dolore scompare e la gamba si distende. Qualche decina di metri più avanti c'era un'ambulanza i cui sanitari prontamente intervengono e  con un massaggio deciso mi rimettono in piedi. Sono bagnato fradicio in quanto nello stendermi a terra nelle fasi concitate del crampo non ho visto che dietro c'era una bella pozza per cui, stendendomi di schiena, mi sono in pratica tuffato dentro. Un sanitario preoccupato mi invita a fermarmi ma....giammai gli grido, giammai. Riparto che mi fa un po' male riduco il ritmo, e penso che i restanti 14 km circa li devo fare a 5.30/5.40 se voglio arrivare. In via G. Cesare mangio una mela (l'anno scorso c'erano le mitiche banane però) e bevo due bicchieri di sali, ma senza fermarmi. Sulla starda opposta intravedo il grande Peppe Musella (che chiuderà in 3h 18min) già di ritorno da Bagnoli. In fondo a Via cavalleggeri incontro Gaetano Turco e gli chiedo di Nicola, "sta dietro mi risponde". Infatti nell'entrare nel Parco di Bagnoli futura Nicola sta uscendo, lo vedo pallido e stanco (mi riferirà poi di aver preso lo zucchero e di stare in crisi ipoglicemica) faccio velocemente il giro nel Parco nella speranza di acchiappare Nicola come lo scorso anno in cui chiusi avanti a lui di 20 sec. Niente non ci riesco ma quest'obiettivo ha il potere di rimettermi in carreggiata, per cui alzo il ritmo a 5.15. Attraverso fuorigrotta nella desolazione di non vedere nessuno ad incitare i corridori, come invece avviene nelle altre città (NewYork su tutti) Scendo il tunnel aumentando il ritmo (infondo sono riuscito in parte a recuperare quei 4 minuti di stop per crampo. Giro a Mergellina ed incontro un amico con cui faccio gli ultimi sette km, i più duri. Sento oramai le gambe dure ma non mollo; ora non piove più ma in compenso è il vento a farla da padrone con il risultato di ghiacciare la maglietta che indosso che è inzuppata. Per un attimo ho il ricordo dell'anno precedente in cui c'erano 28° e un caldo asfissiante, e desidererei in quel momento averne un po' di calore....ma vado avanti. L'amico corridore nel frattempo mi stacca, ha un buon ritmo e gli dico di andare (chiuderà 2 minuti prima di me), mentre io comincio al contrario a perdere; mi fa male la gamba e non ne posso più ma il ritmo è ancora buono 5.25. Arrivo al 42 km vedo il cartello passarmi sulla destra ma non penso a nulla, voglio risparmiare le energie. Gli ultimi 195 metri sono in leggera salita fino a Piazza Plebiscito: ai lati c'è ancora gente che sotto gli ombrelli ci applaude ed io con quel po' di adrenalina che riesco a reclutare faccio l'ultimo allungo finale. Evviva il cronometro segna 3h58m sono finalmente sceso sotto le 4 ore che era in fondo il mio obiettivo in partenza. Do un urlo come tarzan ed alcune persone si mettono a ridere, dandomi poi una pacca sulla spalla. Indosso la medaglia felice, e penso ai miei bambini e del fatto che ne saranno fieri di questa medaglia del loro papà!
Torno a Piazza Municipio dove avevamo lasciato l'auto e vedo Nicola sull'orlo del collasso: è arrivato ma quello zucchero preso in gara lo ha rovinato. Gli offro da bere i miei aminoacidi Friliver che bevo nel post-gara e si riprende. Siamo felici e torniamo a casa.
  

Massimo by Yogi

Massimo by Yogi
Shhh......zitt a chi sap' o juoc'!

Roma ostia

Roma ostia

Arrivo della maratona di Napoli 2011