Il titolo di questo post racchiude un po' il senso della mia Neapolis Marathon svoltasi in un clima che con la città di Partenope ha poco da condividere.
Se non fosse stato per il mare ed il Vesuvio, mezzo coperto però da nuvoloni neri come la pece, potevo pensare tranquillamente di stare a correre a Milano, Torino o Firenze, tanto il freddo e la pioggia che hanno accompagnato questa mia quinta prova sulla distanza olimpica più lunga.
Comincio subito comunicando il tempo finale: 4.02.49. Dignitoso direi, con media di 5.45 km.
Poteva, anzi doveva, andare meglio. Ma per come si sono svolti gli ultimi 8 km poteva andare anche peggio.
Cronaca
Raggiungo di buon ora la base in Piazza Plebiscito, a quell'ora semi deserta e già la pioggia è intensa: sotto il tendone montato dall'organizzazione ci riuniamo insieme agli altri atleti della squadra, molti dei quali parteciperanno alla maratona a staffetta. Il rumore della pioggia battente è forte e ci chiediamo tutti come faremo a correre in queste condizioni, poi 10 minuti prima della partenza il rumore sembra diminuire, tutti speriamo nel miracolo anche se le previsioni indicano pioggia e freddo.
Alle 8.00 in punto lo sparo con la fanfara dei Bersaglieri ad accompagnare i primi metri di gara ed io mi metto subito a ritmo anche perchè come già detto non ho il gps ad accompagnarmi (quanto l'ho rimpianto). Il primo passaggio è a Fuorigrotta nella Mostra d'Oltremare che ci accoglie tra le sue immense fontane con la musica classica sparata dagli altoparlanti: niente da dire una bella idea passare da lì in quella cornice che ha dato a tutti una bella sferzata di energia.
Ritorniamo a Via Caracciolo e sono già passati 11 km.
Ora bisogna fare due volte lo stesso percorso cittadino attraversando 4 volte Via Caracciolo, Piazza Municipio fino a Piazza Garibaldi.
Questo il dettaglio dei miei passaggi.
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Come si evidenzia ho retto direi bene fino ai 32 portando una buona media, ma già al 33° sentivo qualcosa che cominciava a non andare: in sequenza prima un dolore al ginocchio destro, poi un risentimento al quadricipite che mi costringe a rallentare, poi quando credevo di aver assestato l'andatura pur rallentando...zac il solito maledetto crampo al bicipite femorale destro, vecchia lesione di quando giocavo a calcio, che già nella precedente maratona si fece vivo. Ho stretto i denti e dopo una sosta di circa due minuti per tirare il muscolo riparto.
L'andatura non è più la stessa e sento che la postura è cambiata, ho le gambe ghiacciate e gli ultimi cinque km li faccio quasi in ipotermia mentre la pioggia incrementa la sua intensità sempre più ed il vento gelido proveniente dal mare è notevolmente aumentato.
Vedo da lontano il cartello dei 42, leggo l'orologio che segna 4 ore, grrr...penso ma un ultimo sussurro di energia mi pervade. Ci sono penso tra me e me, è fatta.
Chiudo come detto in 2 minuti e rotti oltre le fatidiche 4 ore, giusto in tempo per vedere la staffetta della mia squadra formata da Ivano (campione regionale) Vittorio (frecciarossa) e Raffaele alzare la coppa del terzo classificato nella maratona a staffetta.
Sotto il tendone, dopo un tè caldo ingollato, riprendo la sensibilità alle mani che via via acquistano anche il loro colorito naturale, anche se il dolore muscolare alle stesse ancora oggi è presente.
Considerazioni finali
Oggi ho ricontrollato la tabella che avevo fatto per la gara e incredibilmente fino ai 30 ero perfettamente in linea con quanto previsto ed il tempo finale doveva essere 3.50/3.52.
Peccato per l'infortunio che mi ha fatto sballare tutto, ma a volerla considerare positivamente, ho tolto comunque 22 minuti dallo scorso anno. E questo non è poco.
Sarà per la prossima, intanto....criticate pure, va!
Ps.
Ah dimenticavo, meno male che c'è sempre Cavani a farmi tornare il buon umore!
Matadòr Matadòr Matadòr.....